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giovedì 8 maggio 2014

"Société Générale minaccia la Grande barriera corallina"

 La campagna degli ambientalisti contro il coinvolgimento della banca francese nel progetto estrattivo australiano, Alpha Coal
Société Générale è il bersaglio delle organizzazioni ambientaliste per la competenza finanziaria che la banca fornisce ad un progetto di estrazione di carbone in Australia: The Alpha Coal Project. Oltre a massicce emissioni di CO2, i rischi di deforestazione e l’impoverimento delle risorse idriche, il progetto minerario rappresenta una grave minaccia per la Barriera Corallina, unico ecosistema marino.
Alpha Coal è un progetto estrattivo approvato dal governo australiano nell'area chiamata Galeele Basin, nella parte sud orientale del Queensland. Il progetto prevede l'apertura di una enorme miniera di carbone, la costruzione di una ferrovia e la creazione di un terminal portuale a Abbot Point - il cuore della Grande Barriera Corallina, Patrimonio Mondiale umanità. Il ruolo della banca francese Societe Generale è quello di studiare la fattibilità economica del progetto e consigliare i promotori nella ricerca di investitori per coprire il finanziamento. La banca è quindi in una buona posizione per farsi carico di parte del denaro necessario e per questo è diventata il bersaglio di critiche sempre più virulente che la accusano di avallare un progetto ambientale distruttivo.

Se Alpha Coal sarà realizzata, 30 milioni di tonnellate di carbone verranno estratti ogni anno per essere trasportati in altri paesi dell’Asia dove saranno bruciati. Questa massa di carbone rilascerà nell'atmosfera 60 milioni di tonnellate di CO2, secondo uno studio Greenpeace: l'equivalente della CO2 rilasciata in Francia dalle quattro società più inquinanti: ArcelorMittal, EDF, Total e GDF-Suez! La costruzione della ferrovia e il terminal portuale comporterà la distruzione degli habitat costieri della Grande Barriera Corallina. L'Unesco ha anche minacciato l'Australia di inserirla nella lista del Patrimonio Mondiale in Pericolo.

Interpellata dalla società civile per il suo coinvolgimento nel progetto australiano, la banca francese ha assicurato di essere munita degli standard e dei criteri necessari per giudicare la legittimità e l'accettabilità ambientale del progetto. "Questa è la classica linea di difesa adottata dalle banche implicate in finanziamenti di progetti dall’elevato impatto ambientale", commenta Olivier Petitjean nel suo reportage sulla rivista francese "Basta!"


A differenza di Société Générale, altre istituzioni finanziarie hanno scelto di non investire in progetti che potrebbero minacciare la Grande Barriera Corallina. Il gruppo bancario statunitense City si è ritirato da Alpha Coal. BNP Paribas e Credit Agricole hanno scelto di non farsi coinvolgere. Anche Blackrock, il principali fondi di investimento del mondo, ha riconosciuto che c'era una linea rossa da non oltrepassare: i progetti attorno alla Grande Barriera Corallina presentano dei rischi in termini di immagine e reputazione troppo alta, soprattutto perché il movimento ambientalista globale e le star di Hollywood si sono mobilitati per proteggerla.

Una petizione online è stata lanciata per chiedere alla banca di ritirarsi dal progetto. Il 20 maggio, il gruppo bancario francese terrà a Parigi la sua Assemblea Generale Annuale. Gli attivisti anti-globalizzazione del movimento basco Bizi! hanno anche promesso di scaricare 1,8 tonnellate di carbone davanti alla sede regionale di Société Générale a Bayonne, se entro il 20 maggio, non annuncerà il suo il ritiro dal Progetto Alpha

L'Antidiplomatico

http://www.lantidiplomatico.it/dettnews.php?idx=82&pg=7774

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