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venerdì 30 gennaio 2015

Il San Valentino di Vico del Gargano protettore degli agrumi

Sempre di san Valentino si tratta, si quello umbro che fu decapitato, per ordine del prefetto romano Placido Furio sotto le persecuzioni dell’imperatore Aurelio, correva l’anno 273 d.C. ed era il 14 di febbraio.Da quella data in poi, il santo umbro è diventato protettore di tutti gli innammorati.
Ma san Valentino non è solo patrono di Terni, ma di tante città qui in Italia, tra queste c’è un meraviglioso paesello sito in provincia di Foggia, Vico del Gargano, soprannominato anche il “paese dell’amore”, che fa parte del Parco Nazionale e della Comunità Montana del Gargano, oltre ad essere uno dei comuni de “I Borghi più belli d’Italia”.
A Vico del Gargano, conosciuto sin dall’antichità come il paese degli agrumi, prima del 1618, quando cioe’ le reliquie del Santo Patrono ivi giunsero, l’avente diritto a proteggere la piccola comunità era san Norberto, santo che venne introdotto dalla comunità slava, ma Norberto veniva festeggiato nel mese di giugno, per cui agli abitanti del paese non sembrava un santo adatto da invocare per proteggere gli agrumeti da vento, grandine e gelate invernali, cosi’ con questa motivazione, una delegazione di abitanti si recò a Roma per cercare un nuovo Santo Patrono.La leggenda racconta che fu lo stesso San Valentino a scegliere i vichesi perché il capo della delegazione, mentre camminava tra le catacombe romane, urtò contro un braccio che sporgeva da un loculo, e quel braccio apparteneva proprio al santo umbro, e fu cosi che le sue reliquie, il 14 febbraio, furono prelevate e portate nella cittadina garganica dove fu costruita una chiesa e un altare gremito di arance.
È da quel 14 febbraio di quasi 400 anni fa che ogni anno i vichesi rendono onore al loro Patrono con una festa che celebra le tradizioni del paese e tiene sempre vivo l’amore versa la propria terra.
Il giorno della festa degli innamorati si celebra la messa solenne e la statua del santo, in legno dorato sfila per le vie del paese addobbato con agrumi e alloro, ed è in questa occasione che, vengono benedette piante ed i frutti di aranci e limoni elementi caratterizzanti della festa.
I vicoli e le piazzette del suo centro storico si vestono a festa con addobbi di arance, limoni e foglie di alloro, per accogliere frotte di giovani in amore.
Una secolare tradizione racconta che mangiare le arance benedette dal patrono San Valentino e berne il succo, esaudisca tutti i desideri di gioia e felicità, come una miracolosa pozione d’amore.Uno scorcio tipico del centro storico porta il suggestivo nome di “Vicolo del bacio”, strettissima viuzza di solo 50 cm di larghezza e lunga 30 metriche garantisce dolci effusioni e facili contatti, resa ancora più affascinante dalle leggende che si narrano: qui erano soliti incontrarsi gli innamorati, lasciando lettere romantiche e scambiandosi promesse d’amore.
Tra gli eventi anche l’importante fiera annuale che raccoglie espositori provenienti da tutta Italia con i prodotti caratteristici, arricchita da stand dell’artigianato locale, sagre e manifestazioni legate alla tradizione culinaria. Il tutto insieme ad eventi spettacolari che variano ogni anno.
E raccontiamo ora dell’Arancia del Gargano IGP che ha una forma sferica ed una pezzatura non eccessivamente grande. Il sapore è dolce ed il profumo caratteristico. Fattori distintivi del prodotto sono l’epoca di maturazione (fine aprile-maggio ed anche agosto) e la spiccata serbevolezza che permetteva a queste arance, in tempi passati, di sottoporsi a viaggi di 30 e anche 40 giorni ed arrivare integre in America.Fin dall’antichità la fama di quest’agrume aveva valicato i confini regionali ed fu menzionata nelle opere di diversi autori, tra i quali Gabriele d’Annunzio.
Sono conservati numerosi registri, fotografie, poster, locandine, a dimostrazione della fama a livello anche internazionale raggiunta da questi straordinari ed inconfondibili agrumi del Gargano. I primi riferimenti storici sull’esistenza della coltivazione degli agrumi sul territorio risalgono all’anno 1003, grazie a Melo, principe di Bari, che, volendo dare dimostrazione ai Normanni della ricchezza produttiva delle terre garganiche, spedì in Normandia i “pomi citrini” del Gargano, corrispondenti al melangolo (arancio amaro).
Nel Seicento si intensificò un notevole traffico di agrumi dei comuni di Vico del Gargano e di Rodi Garganico con Venezia. Questi intensi scambi commerciali continuarono anche nell’Ottocento, e la fama dell’Arancia del Gargano IGP raggiunse persino gli altri Stati europei e l’America.

giovedì 29 gennaio 2015

Portiamo a processo Monti e Renzi. Per rendere il sogno realtà ho bisogno di voi!...di Marco Mori.

I danni causati dall’austerità sono sotto gli occhi di tutti. Fallimenti e suicidi sono, purtroppo, all’ordine del giorno. La Costituzione è costantemente e volontariamente calpestata. La crisi, come disse Monti, è una leva per costringerci a cedere la nostra sovranità. È un disegno preordinato per cancellare l’Italia.
Come sapete con due valorose Colleghe, Laura Muzio e Gabriela Musu, a nostra totale cura e spese, abbiamo intrapreso già alcune azioni molto decise contro questa classe politica e ciò sia in sede civile che penale. Con il Comune di Pontinvrea abbiamo anche attaccato anche le imposte sulla casa ritenendole incostituzionali.
Le battaglie proseguono e vi terrò informati. In sede civile, tuttavia, le azioni sono promosse contro la Presidenza del Consiglio ed i Ministeri dell’Interno e dell’Estero. Nessuna causa civile ha visto ancora convenuti direttamente e personalmente Mario Monti e Matteo Renzi. Ma quest’azione va fatta. Spero di non essere il solo ad averla già concepita nei suoi elementi fattuali e giuridici.
Ora voglio andare direttamente contro i colpevoli di quanto sta succedendo nel nostro paese. Almeno che siano costretti a rivolgersi ad un Avvocato e preparare una difesa. Questa volta però ho bisogno di voi.
Un unico cittadino citerà in giudizio i due o almeno uno di essi. Tutti gli altri potranno contribuire coprendo i costi della causa, nella denegata ipotesi di soccombenza (io ovviamente lavorerò gratis! Contro queste persone è un privilegio ed un piacere).
I costi possono arrivare a qualche migliaio di Euro a grado. Se siamo in tanti, nella peggiore delle ipotesi, avremo una spesa davvero irrisoria, ma grande sarà il significato di ciò che stiamo per intraprendere.
L’attore ha due possibili richieste da formulare. Il danno non patrimoniale che segue alla violazione di precetti costituzionali oppure il danno patrimoniale conseguente, ad esempio, ad un’attività fallita a seguito delle misure di austerità. Ci si potrebbe altresì spingere a chiedere il danno biologico (danno alla salute dunque) causato da forme depressive legate alla crisi o peggio il danno morale in capo a parenti di persone uccise dalle politiche di austerità.
Insomma io voglio Renzi e Monti personalmente alla sbarra, voglio vederli mentre si difendono con i loro legali, voglio presentargli il conto. Qui non posso essere io l’attore come in altre cause perché non ho ancora risentito economicamente della crisi. Noi Avvocati restiamo una categoria privilegiata, anche se comprendo bene che non durerà ancora a lungo.
Il primo passo dunque è trovare il candidato perfetto per questa causa, l’attore ideale che tutti supporteremo.
Se volete essere voi i promotori di questa azione scrivetemi alla mia casella mail e raccontatemi i danni che avete subito a seguito della crisi: mrc.mori@libero.it
Mi raccomando devono essere danni collegati con evidenza chiara alle politiche di austerità, altrimenti la causa è perdente.
Aspetto i vostri contatti, diffondete più possibile questo post.
Andiamo avanti!
Marco Mori
http://www.studiolegalemarcomori.it/portiamo-processo-monti-renzi-per-rendere-sogno-realta-bisogno/

Ogm: l'Italia conferma il divieto di coltivazione

Il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, il Ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina e quello dell’Ambiente Gian Luca Galletti, hanno firmato oggi il decreto che sancisce il divieto di coltivazione di mais Ogm MON810. Il provvedimento proroga, per un periodo di ulteriori 18 mesi dalla sua entrata in vigore, il divieto già emanato con il precedente decreto interministeriale del 12 luglio 2013. La decisione anticipa il recepimento in Italia della nuova Direttiva in materia di OGM che sancisce il diritto degli Stati Membri di limitare o proibire la coltivazione di organismi geneticamente modificati (ogm) sul territorio nazionale.
Soddisfazione per l'approvazione del decreto è stata espressa dalle associazioni ambientalisti e di agricoltori biologici.
L'AIAB, associazione che riunisce i coltivatori biologici italiani, auspica però al più presto un provvedimento che chiuda la porta agli OGM in modo definitivo in Italia, per tutelare le eccellenze agroalimentari del nostro Paese, apprezzate all’estero per la loro genuinità e alta qualità.
Anche Greenpeace ha commentato positivamente la decisione del governo. Come ha dichiarato la responsabile della campagna Agricoltura sostenibile di Greenpeace Federica Ferrario: “Il tentativo delle multinazionali di imporre in Italia, Paese che ospiterà EXPO 2015, la forzosa coltivazione di OGM è stato sventato. Un atto dovuto per proteggere ambiente, agricoltura e cittadini”.
Ricordiamo che 8 italiani su 10 contrari alle colture geneticamente modificate.

Amore è spazio e tempo misurati dal cuore. Marcel Proust

Amore è spazio e tempo misurati dal cuore.
Marcel Proust

Obama ha permesso ad Al-Qaeda di rafforzarsi negli ultimi cinque anni

La testimonianza di tre ex militari di fronte al Comitato dei servizi armati del Senato
Tre membri dell'Esercito americano in pensione hanno avvertito i senatori che la mancanza di strategia della Casa Bianca rende vani gli sforzi dell'Esercito in Medio Oriente. Una politica fallimentare, hanno aggiunto, ha permesso ad Al-Qaeda di crescere di "quattro volte" dall'elezione del presidente Barack Obama.
Il Gen. Jack Keane, il Generale James Mattis e l'Ammiraglio William Fallon, tutti pensionatii, hanno testimoniato ieri di fronte ai nuovi membri del Comitato dei servizi armati del Senato - che per la prima volta include veterani delle guerre in Iraq e Afghanistan, come ad esempio il senatore repubblicano Joni Ernst dell'Iowa.
Durante la testimonianza, i tre hanno messo in dubbio la strategia seguita dall'amministrazione Obama per quanto riguarda la battaglia contro lo Stato islamico in Iraq e Siria, così come la guerra in Afghanistan. Il Gen. Keane ha detto ai legislatori che, nonostante gli sforzi per respingere Al-Qaeda, il gruppo è in realtà cresciuta negli ultimi anni.
"Come si può vedere sulla mappa, Al-Qaeda e i suoi affiliati stanno cominciando a dominare più paesi. In realtà, Al-Qaeda è cresciuta di quattro volte negli ultimi cinque anni", ha detto.
"Lo Stato islamico dell'Iraq, ISIS, è una conseguenza di Al-Qaeda in Iraq, che è stato sconfitto in Iraq dal 2009. Dopo che le truppe statunitensi hanno lasciato l'Iraq nel 2011, l'ISIS è emerso come una organizzazione terroristica in Iraq, si è trasferita in Siria 2012. Riuscite a guardare quella mappa di fronte a voi e sostenere che la politica e la strategia degli Stati Uniti stanno funzionando? O che Al-Qaeda è in fuga? È inequivocabile che le nostre politiche hanno fallito".
Gen. Keane: 'Radical Islam Has Increased 4-Fold in 5 Years'http://t.co/cFOS9x7S8i @megynkelly ‪#‎KellyFile‬ pic.twitter.com/RnT54YuWs9
Keane, un veterano del Vietnam, ha supervisionato l'invasione iniziale dell'Iraq. Dopo il suo pensionamento nel 2003, è diventato uno dei sostenitori più accesi per l'aumento del numero di truppe in Iraq.
Il Generale ha detto al comitato che Al-Qaeda ha dichiarato guerra agli Stati Uniti nei primi anni '90 e desiderava cacciare gli Stati Uniti dalla regione e dominare tutte le terre musulmane.
"I responsabili politici degli Stati Uniti si rifiutano di definire il movimento Islam radicale. Abbiamo consapevolmente scelto di non definirlo, di non definire la sua ideologia, e la maggior peggiore, non abbiamo definito una strategia globale per fermarlo e sconfiggerlo", ha detto Keane.
"Dobbiamo venire fuori da questa impasse e adottare una posizione strategica a difesa dei nostri valori ", ha detto Mattis durante la sua testimonianza,
"L'America ha bisogno di una strategia di sicurezza nazionale aggiornata" , ha aggiunto, dicendo che deve guardare al di là della serie di crisi che "attualmente consumano il ramo esecutivo". Per Mattis gli USA sono privi di una strategia in Iraq per qualche tempo , e non dall'inizio dell'amministrazione Obama.

Scavi l’orizzonte con la tua assenza

Scavi l’orizzonte con la tua assenza, eternamente in fuga come l’onda.
Pablo Neruda

Washington si rivolta contro Obama

Al CFR reclamano le dimissioni dei principali consiglieri di Obama e la nomina d'una nuova squadra. In gioco è la leadership negli Stati Uniti e nella NATO
«Sotto i nostri occhi» - Cronaca di politica internazionale n°113
di Thierry Meyssan.
La crisi che attraversa l'apparato statale degli USA minaccia direttamente la sopravvivenza dell'Impero. Questo non è più solo il parere di Thierry Meyssan, ma l'argomento che ha scosso la classe dirigente di Washington, fino al punto che il presidente onorario del Council on Foreign Relations giunge a reclamare le dimissioni dei principali consiglieri del presidente Obama e la nomina di una nuova squadra. Questo conflitto non ha niente a che fare con l'opposizione democratici/repubblicani, e nemmeno con quella falchi/colombe. Quel che è in gioco è la leadership negli Stati Uniti e nella NATO.
Da diversi mesi, sottolineo che non esiste una politica estera a Washington, bensì due fazioni che si oppongono in tutte le cose e che conducono separatamente delle politiche contraddittorie e incoerenti. [1]
Il culmine di questa situazione è stato raggiunto in Siria, dove la Casa Bianca ha dapprima organizzato il branco di Daesh e l'ha inviato a compiere una pulizia etnica dell'Iraq, poi lo ha combattuto benché la CIA continui a sostenerlo. Questa incoerenza ha gradualmente guadagnato gli Alleati. Così, la Francia si è unita alla coalizione anti-Daesh mentre alcuni dei suoi legionari fanno parte dell'inquadramento di Daesh [2].
Quando il Segretario della Difesa, Chuck Hagel, ha chiesto chiarimenti per iscritto, non solo non ha ricevuto alcuna risposta, ma è stato licenziato. [3]
Il disordine si è ben presto esteso alla NATO, un'alleanza creata per combattere l'URSS e mantenuta contro la Russia, quando il presidente turco, Recep Tayyip Erdoğan ha firmato enormi accordi economici con Vladimir Putin. [4]
Uscendo del suo silenzio, il presidente onorario del Council on Foreign Relations [5], Leslie H. Gelb, ha lanciato l'allarme [6]. A suo parere, «la squadra di Obama non ha gli istinti di base né il discernimento necessari per guidare la politica di sicurezza nazionale nei prossimi due anni.» E di seguito ha aggiunto, a nome della classe dirigente statunitense nel suo insieme: «Il presidente Obama deve sostituire la sua squadra con personalità forti e strateghi sperimentati. Deve inoltre inserire nuove persone in qualità di consiglieri principali dei segretari della Difesa e di Stato. E deve finalmente attuare regolari consultazioni con Bob Corker, presidente della Commissione Esteri, e con John McCain [7], presidente della Commissione Forze Armate. »
Mai, dalla sua creazione nel 1921, il Council on Foreign Relations aveva preso una posizione del genere. Il fatto è che le divisioni all'interno dell'apparato statale portano direttamente gli Stati Uniti a smarrire se stessi.
Nell'elencare i principali consiglieri che, a suo avviso, devono saltare, Mr. Gelb cita quattro persone molto vicine intellettualmente ed affettivamente al presidente: Susan Rice (consigliera di sicurezza nazionale), Dennis McDonough (capo di gabinetto della Casa Bianca), Benjamin Rhodes (con l'incarico della comunicazione) e Valerie Jarrett (consigliera di politica estera). La classe dirigente di Washington li accusa di non fare mai proposte originali al presidente, e ancora meno di contraddirlo, bensì di confermarlo sempre nei suoi pregiudizi.
Unica personalità che trova grazia agli occhi del Council on Foreign Relations: Anthony Blinken, nuovo numero 2 del Dipartimento di Stato, un "falco liberale".
Poiché il Council on Foreign Relations è un organo bipartisan, Gelb propone che il presidente Obama si circondi di quattro democratici e quattro repubblicani corrispondenti al profilo che ha descritto. In primo luogo i democratici Thomas Pickering (ex ambasciatore alle Nazioni Unite), Winston Lord (ex assistente di Henry Kissinger), Frank Wisner (ufficiosamente uno dei padroni della CIA e incidentalmente il patrigno di Nicolas Sarkozy) e Michèle Flournoy (il presidente del Center for a New American Security) [8]. Poi, i repubblicani Robert Zoellick (ex capo della Banca Mondiale) [9], Richard Armitage (ex assistente di Colin Powell) [10], Robert Kimmitt (probabile prossimo capo della Banca Mondiale), e Richard Burt (ex negoziatore sulla riduzione delle armi nucleari).
Presso il Dipartimento della Difesa, Gelb propone il rabbino Dov Zakheim per gestire i tagli di bilancio [11], l'ammiraglio Mike Mullen (ex capo degli Stati maggiori congiunti) e il generale Jack Keane (ex capo di stato maggiore Stato Maggiore dell'Esercito).
Infine, Gelb propone che la strategia di sicurezza nazionale sia sviluppata di concerto con i quattro «saggi»: Henry Kissinger [12], Brent Scowcroft, Zbigniew Brzezinski [13], e James Baker [14].
Guardando più da vicino a questo elenco, si capisce che il Council on Foreign Relations non abbia voluto decidere tra i due gruppi che si oppongono in seno all'amministrazione Obama, ma che intende riportare l'ordine nel sistema dall'alto. A questo proposito, non è irrilevante - in un paese fin qui guidato da WASP (White Anglo-Saxon Protestant) - che due consiglieri di cui si esige il licenziamento siano donne nere, mentre quattordici dei quindici nomi in arrivo sono maschi bianchi, sia protestanti sia ashkenaziti. Il riordino politico normalizzatore consiste anche in una riconquista etnica e religiosa.
Questa "cronaca settimanale di politica estera" appare simultaneamente in versione araba sul quotidiano"Al-Watan"(Siria), in versione tedesca sulla "Neue Reinische Zeitung", in lingua russa sulla "Komsomolskaja Pravda", in inglese su"Information Clearing House", in francese sul "Réseau Voltaire".
Thierry Meyssan, 25 gennaio 2015.
NOTE:
_______________________
[1] Si legga per esempio: «Obama ce l'ha ancora una politica militare?», di Thierry Meyssan, rete Voltaire, 1° dicembre 2014.
[2] «D'"anciens" militaires français parmi les jihadistes de Daesh», Réseau Voltaire, 21 gennaio 2015.
[3] «Contre qui le Pentagone se bat-il en Syrie?», Réseau Voltaire, 1° novembre 2014.
[4] «Come Vladimir Putin ha ribaltato la strategia della NATO», di Thierry Meyssan, Оdnako (Russia), ReteVoltaire, 8 dicembre 2014.
[5] «Come il Council on Foreign Relations condiziona la politica americana», Rete Voltaire, 5 luglio 2004.
[6] «This Is Obama's Last Foreign Policy Chance», di Leslie Gelb, The Daily Beast, 14 gennaio 2015.
[7] «John McCain, maestro concertatore della "primavera araba", e il Califfo», di Thierry Meyssan, Réseau Voltaire, 18 agosto 2014.
[8] «Il CNAS, versione democratica dell'imperialismo conquistatore», par Thierry Meyssan, Rete Voltaire, 6 gennaio 2015.
[9] «Robert B. Zoellick, maître d'ouvre de la globalisation», Réseau Voltaire, 10 marzo 2005.
[10] «Richard Armitage, le baroudeur qui rêvait d'être diplomate», Réseau Voltaire, 8 ottobre 2004.
[11] «Dov Zakheim, la caution du Pentagone», di Paul Labarique, Réseau Voltaire, 9 settembre 2004.
[12] «Le retour d'Henry Kissinger», di Thierry Meyssan, Réseau Voltaire, 28 novembre 2002.
[13] «La stratégie anti-russe de Zbigniew Brzezinski», di Arthur Lepic, Réseau Voltaire, 22 ottobre 2004.
[14] «James A. Baker III, un ami fidèle», Réseau Voltaire, 16 dicembre 2003.
Traduzione a cura di Matzu Yagi.

La mia vita

La mia vita? Un tenebroso uragano solcato qua e là da splendidi soli.
Charles Baudelaire






Vendola parla in greco


fonte Informazione libera

Sicilia: l’inventario delle cose perdute

Adelaide Conti - Il Faro Sul Mondo
L’Italia senza la Sicilia non lascia immagine alcuna nello spirito. Qui è la chiave di ogni cosa. Così è stato per Goethe, così potrebbe tornare ad essere anche per noi. Per ora le cose sono un po’ diverse. Se non altro perché, conformandosi alla generale incuria e all’abbandono delle ricchezze paesaggistiche e architettoniche, anche la nostra isola ha optato per la via più comoda.
Quella che concentra tutti gli investimenti di infrastrutture e servizi nelle città maggiori, dimenticandosi del tutto dei borghi e dei centri più piccoli e innescando una lenta e per ora irreversibile migrazione verso le grandi città, fino a svuotare molti dei paesini dell’entroterra.
A coloro che per necessità o per scelta non se ne sono andati, restano cittadelle che sopravvivono ai margini del mondo vissuto dagli altri, talvolta vicine a qualche strada principale, dove si transita senza fermarsi e subito ci si dimentica del gruppo di case che è rimasto indietro.
C’è una parte della nostra isola che si è spenta in questo modo, lentamente trasformata in paesini dormitorio, dove non ci sono luoghi di aggregazione culturale, non un cinema o un teatro, dove le biblioteche sono aperte solo tre volte alla settimana e i libri sono lo scarto di qualche biblioteca maggiore. Sono quei paesini dove i collegamenti sono scarsi, spesso affidati a qualche autobus sonnolento, o meglio ancora alle automobili dei privati, dove non esiste il bar della stazione semplicemente perché i binari dei treni non passano da quelle parti. Basta scartare il giro turistico da dépliant e inoltrarsi in questi paesi, per cogliere il declino e la profonda (irreversibile?) crisi che attraversa la regione.
Non resta allora che fare l’inventario delle occasioni perdute, di tutto quel mancato guadagno che politiche miopi hanno deciso di generare, ignorando la ricchezza dell’entroterra siciliano. Le mille tradizioni e le peculiarità di tutti quei piccoli centri, che sarebbero punti di attrazione per un turismo meglio strutturato e informato e che potrebbero far riemergere “l’immagine dello spirito” di cui parlava Goethe, se ne stanno sepolte sotto una cappa di noncuranza.
E non si tratta affatto di una visione romantica, che volta al passato con malinconia si duole dei tempi andati. Si tratta, invece, di aver ben chiaro la posta in palio: un patrimonio ricchissimo che è stato congelato e sottratto al benessere dell’intera isola.
La logica dominante, però, non pare curarsi dei piccoli e pensa e declina ogni cosa in grande. Così come si dirotta ogni risorsa nelle grandi città, nei centri metropolitani dalla pianificazione urbanistica ormai schizofrenica, allo stesso modo si gioisce della nascita di enormi centri commerciali grandi quanto villaggi, dove tutto è convenienza e grandi cifre.
Non importa se il prezzo da pagare è tutto fuorché conveniente, non importa se botteghe e piccoli commercianti chiudono sconfitti dalla grande catena di distribuzione, come, metaforicamente, tirano giù la serranda anche i paesini che non hanno avuto la fortuna di essere assistiti dal fiume di finanziamenti regionali, nazionali e comunitari.
L’effetto a cascata di questa concezione delle cose è molto pericoloso e va al di là delle doglianze degli abitanti dei paesi dell’entroterra. E’ un qualcosa che si insinua silenziosamente, che parte dalle dimensioni delle città e finisce per privilegiare la qualità della vita, la salute e quindi anche la vita stessa di coloro che vivono nei grandi centri urbani.
A titolo d’esempio, anche per dimostrare che non si sta esagerando, basterà ricordare che qualche mese fa, fu proprio un politico siciliano, l’On. Pagano, a essersi risentito e lamentato per l’esistenza di “ospedaletti dove nessuno va a operarsi”, capaci solo di distrarre energie e capitali al più meritevole Sant’Elia. Che in lingua corrente significa suggerire la chiusura dell’ospedale di Niscemi e quelli simili, per far affluire più danaro agli enti ospedalieri delle grandi città.
Da cui non si può far altro che concludere che la vita di coloro che abitano le grandi città è più meritevole di cure rispetto a quella dei cittadini dei paesini.
Ecco allora che le cose iniziano a importare, ecco allora che bisogna sapersi opporre, all’abbandono dei piccoli centri, all’abbandono dei piccoli commercianti, all’abbandono di tutto ciò che è piccolo e che proprio per questo assomiglia tanto all’uomo.
La Sicilia è una pietra angolare nella storia del Mediterraneo, crocevia fertile di popoli e tradizioni, protagonista della migliore filosofia, del miglior teatro. Ed è qui, qui nel suo entroterra, tra i paesini che non contano milioni di abitanti ma preziosissime ricchezze culturali, che c’è la serratura dove la chiave di cui parla Goethe dovrebbe innescare un tempo nuovo, da qui si può riforgiare “l’immagine dello spirito” di una nuova sicilianità.

Primato medico italiano: una molecola sintetica contro il mieloma multiplo

Roma, 28 gen – Il mieloma multiplo è un tumore del sangue a carico delle plasmacellule, ad oggi considerato incurabile. Circa il 2% delle morti da tumore in tutto il mondo sono causate da questa malattia. La maggior parte dei farmaci impiegati nella cura presenta gravi effetti collaterali e inoltre dopo il trattamento quasi tutti i pazienti sviluppano resistenza, per cui la malattia ricompare dopo un periodo di quiescenza.
Una nuova scoperta dei ricercatori dell’Istituto di biostrutture e bioimmagini del Consiglio nazionale delle ricerche (Ibb-Cnr) di Napoli, Menotti Ruvo e Annamaria Sandomenico, in collaborazione con i colleghi dell’Imperial College di Londra, apre nuove possibilità di intervenire esclusivamente sulle cellule di mieloma multiplo, senza effetti collaterali su quelle sane. Lo studio – finanziato dal Medical Research Council (MRC), National Institutes of Health, Imperial Innovations e progetti Firb e Prin – è stato pubblicato sulla rivista Cancer Cell.
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Istituto di biostrutture e bioimmagini del Consiglio nazionale delle ricerche
“Abbiamo scoperto un nuovo meccanismo molecolare che coinvolge due proteine chiamate Gadd45beta ed MKK7 e regola la crescita delle cellule di mieloma”, spiega Menotti Ruvo, ricercatore dell’Ibb-Cnr. “La nuova molecola sintetica che abbiamo sviluppato, denominata DTP3, è in grado di eliminare selettivamente le cellule di mieloma multiplo a concentrazioni molto basse, senza gli effetti collaterali sulle cellule sane esibiti dai farmaci più usati, contrastando l’azione di Gadd45beta e ripristinando invece l’attività di MKK7”.
“I vantaggi terapeutici della molecola da noi sviluppata sono dovuti all’elevata specificità della sua azione che blocca l’attività tumorale di Gadd45beta, una proteina overespressa in cellule di mieloma ma praticamente assente in cellule sane”, conferma Annamaria Sandomenico, ricercatrice dell’Ibb-Cnr. “Il DTP3 agisce quindi con un meccanismo completamente diverso da quello del Bortezomib, il quale inibisce indirettamente anche l’azione di un fattore noto come NF-kB che svolge molteplici ruoli fisiologici”.
Lo studio di fase clinica 1 sul DTP3, che si svolgerà nell’anno in corso nel Regno Unito, sarà finanziato dal MRC con circa 7 milioni di sterline. Uno spin-off dell’Imperial College, Kesios Therapeutics, è stato costituito per gestire la proprietà intellettuale e lo sviluppo clinico della nuova molecola. La società è finanziata da Imperial Innovations, ma vede tra i fondatori anche i ricercatori del Cnr.
La scheda della ricerca
Chi: Istituto di biostrutture e bioimmagini del Cnr di Napoli.
Che cosa: sviluppata una nuova molecola, denominata Dtp3, con proprietà antitumorali che agisce selettivamente su cellule di mieloma multiplo, non tossica per le cellule sane. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Cancer Cell: L. Tornatore et al. “Cancer-selective targeting of the NF-κB survival pathway with GADD45β/MKK7 inhibitors”. http://dx.doi.org/10.1016/j.ccr.2014.07.027
Francesco Meneguzzo

Mucchi di mondi, grappoli di stelle..

di Patrizia Valduga, da Cento quartine
Mucchi di mondi, grappoli di stelle...
sfoggio di universo mica per noi..
Stiamo vicini... pelle contro pelle...
e poi, mia vita, salvati se puoi!"
Montones de mundos, racimos de estrellas ...
alarde de universo no para nosotros ..
Estamos cerca ... piel con piel ...
y luego, mi vida, sálvate si puedes!
(Egon Schiele)

UN COMANDANTE DELLO STATO ISLAMICO CONFESSA: MI FINANZIAVANO DAGLI USA PER RECLUTARE GIOVANI DA INVIARE IN SIRIA

Un comandante dello Stato islamico confessa: mi finanziavano dagli USA per reclutare giovani da inviare in Siria
Yousaf al Salafi, un comandante dell’Esercito dello Stato islamico, detenuto da una settimana dai servizi di intelligence pakistani, ha confessato di aver ricevuto finanziamenti provenienti dagli Stati Uniti.
“Nel corso delle indagini, yousaf al Salafi ha rivelato di aver ricevuto finanziamenti arrivati attraverso una agenzia USA per operare come reclutatore di giovani da inviare a combattere in Siria per conto della cellula in Pakistan dello Stato islamico. Al-Salafi ha affermato che il pagamento era di 600 dollari per ogni terrorista che riusciva a inviare in Siria. Questo è stato rivelato da una fonte dei servizi di sicurezza delle autorità pakistane ed è stato pubblicato anche sul giornale “The Express Tibune”. La stessa fonte, che ha chiesto l’anonimato, ha spiegato che della questione è stato messo al corrente il Segretario di Stato Usa John Kerry ed il comandante americano Lloyd Austin,comandante del CENTCOM (Comando centrale USA), nel corso della loro visita ad Islamabad avvenuta questo mese.
Yousaf al Salafi, di nazionalità sirio-pakistana e presunto comandante dello stato islamico, era stato arrestato da una settimana dai servizi di intelligence pakistani insieme a due suoi compagni nel corso di una retata effettuata a Lahore. Le informazioni confermano che il soggetto aveva lavorato per settimane con Hafiz Tayyab, l’iman di una moschea locale, detenuto anche lui da cinque mesi per aver reclutato giovani pakistani per combattere con lo Stato islamico in Siria.
“Washington ha ufficialmente condannato le attività dello Stato islamico, tuttavia disgraziatamente non è stata capace (o non hanno voluto) bloccare i finanziamenti a questa organizzazione che si stanno distribuendo attraverso gli Stati Uniti”, questo è stato affermato dalla medesima fonte.
Analizzando questa situazione (ed altri casi analoghi), il titolare della “Casa Islamica” in argentina, Mohsen Ali, considera che i gruppi terroristi più grandi sono creazioni della Casa Bianca (attraverso la CIA) che li utilizza per i propri scopi.
Nota: ormai le testimonianze degli appoggi, dei finanziamenti e del sostegno che hanno ricevuto e ricevono il gruppi terroristi dell’ISIS e delle altre organizzazioni, come al Nusra, che operano in Siria ed in Iraq,  sono talmente numerosi e documentati che non si può più dubitare che gli USA stiano conducendo un doppio gioco nell’area utilizzando i gruppi jihadisti takfiri (che a parole dicono di combattere) per i loro fini geopolitici, fra i quali, il primo fra tutti è quello di rovesciare il regime di Bashar al-Assad in Siria ed isolare l’Iran ( il nemico n. 1 per gli USA e per Israele) che dispone di una forte influenza nella zona.
Fonti: RT Actualidad              Hispan TV
Traduzione e nota: Luciano Lago
http://www.controinformazione.info/un-comandante-dello-stato-islamico-confessa-mi-finanziavano-dagli-usa-per-reclutare-giovani-da-inviare-in-siria/

lunedì 26 gennaio 2015

Il Presidente che non avremo mai.




fonte Ornella Orny Guzzinati

Il grande burattinaio vince in Grecia,ma non lo sa nessuno, continuano a parlare di destra e sinistra.

Il Grande Burattinaio che decide delle nostre vite non poteva azzeccare un risultato delle elezioni in Grecia più adeguato al perpetuamento della dittatura eurocratica. Con la vittoria di Alexis Tsipras sono riusciti a convogliare nei binari democratici la rabbia popolare contro l'Europa che ha trasformato la Grecia in un Paese da Terzo mondo con il 30% della popolazione che vive al di sotto della soglia di povertà, mentre senza la vittoria assoluta (si è fe
rmato a 149 seggi rispetto ai 151 su un totale di 300) Tsipras sarà permanentemente sotto ricatto del suo probabile alleato di governo, i centristi di To Potami (Il Fiume), guidati dal giornalista televisivo Stavros Theodorakis, dichiaratamente filo-europeisti.
Tsipras, dopo la vittoria, ha subito chiarito la sua lealtà all'euro e all'Europa, da riformare ma non da abbattere: "Troveremo con l'Europa una nuova soluzione per far uscire la Grecia dal circolo vizioso dell'austerità e per far tornare a crescere l'Europa. La Grecia presenterà ora nuove proposte, un nuovo piano radicale per i prossimi 4 anni».
Tsipras vuole un'Europa ancora più forte eliminando l'aspetto più impopolare, ovvero l'austerità: "I greci hanno mostrato la strada del cambiamento all'Europa", definendo la troika «una cosa del passato. Il voto contro l’austerità è stato forte e chiaro".
Tsipras che ha indicato in Matteo Renzi il suo idolo da emulare (dispiacendo a Vendola che lo vorrebbe scimmiottare), ha confermato di essere per l'euro, per l'Unione Europea, per il consolidamento dell'Unione Europea unificando le finanze e il debito al fine di eliminare l'austerità. A questa prospettiva non crede la Germania. Può darsi che un acceso confronto-scontro sull'austerità accelererà la fine dell'euro che comunque è destinato ad auto-implodere. Con o senza Tsipras.
fonte Magdi Cristiano Allam

QUALCUNO SAPEVA IN ANTICIPO CHE IL GOVERNO AVREBBE VARATO UN PROVVEDIMENTO SULLE BANCHE POPOLARI, ENORMI SPECULAZIONI

lunedì 26 gennaio 2015
La notizia non è trascurabile: in Borsa, a Milano e a Londra, ben prima di quando il governo Renzi ha annunciato la volontà di trasformare le Banche Popolari italiane in società per azioni, aveva preso corpo una colossale speculazione al rialzo proprio sui titoli azionari degli istituti di credito italiani che sarebbero stati oggetto di questo futuro decisivo cambiamento d'assetto e struttura societaria.
E' evidente che qualcuno sapeva cosa sarebbe accaduto di lì a poco, sapeva cosa si stava per accingere a fare il governo Renzi. E una delle banche che ha maggiormente beneficiato di questa clamorosa speculazione è, con un rialzo del 66% in Borsa, la Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio, di cui vicepresidente è Pier Luigi Boschi. Non si tratta di una caso di omonimia, è proprio il padre di Maria Elena Boschi, attuale ministro delle Riforme del governo Renzi, fortissimamente voluta proprio dal fiorentino nell'incarico centrale del suo esecutivo.
Ma la signorina Boschi non è solo ministro delle Riforme, è anche direttore generale della fondazione Open che ha ricevuto negli ultimi 4 anni qualcosa come 150.000 euro dal signor Serra.
Serra, chi?
Davide Serra, amico intimo di Matteo Renzi, e soprattutto proprietario del fondo speculativo "Algebris" con attività principalmente nella City londinese, dove opera in borsa con alterne fortune, ma con la certezza di svolgere un'attività principalmente legata alle speculazioni azionarie.
Oggi veniamo a sapere che la Consob ha acceso un faro, come si dice in gergo, su una serie di "presunte speculazioni di mercato", che "a Londra avrebbero anticipato il balzo delle Popolari in Borsa successivo alla riforma degli asset societari varata dall'esecutivo italiano".
Secondo quanto siamo venuti a sapere, la Consob sta indagando su rilevanti movimenti sospetti sui mercati finanziari internazionali riferiti a pacchetti azionari di banche popolari italiane - ci dice una fonte.
Anche il Fatto Quotidiano scrive che sarebbero guai seri per l'amministrazione Renzi nel caso in cui tra i vari investitori internazionali attivi sul mercato inglese - che hanno compiuto speculazioni sulle aizoni delle banche popolari italiane - venisse individuato il fondo Algebris di Davide Serra, "amico, foraggiatore nonché guru finanziario del premier".
Il Corriere della Sera invece ha scritto: "Sulla base di convergenti fonti di mercato, alcuni soggetti con base a Londra avrebbero creato posizioni anche rilevanti in azioni delle banche popolari nei giorni e nelle ore precedenti le prime circostanziate indiscrezioni (quindi prima delle 17.30 di venerdì 16 gennaio) sul decreto di riforma che abolisce il voto capitario nelle Popolari, ossia il principio di «una testa un voto» per cui tutti i soci sono uguali a prescindere dalle azioni possedute. Considerando l’effetto dirompente che la notizia ha avuto sul mercato a partire da lunedì 19 gennaio, con rialzi a due cifre di tutte le banche coinvolte, è evidente quanto siano stati abili gli «accumulatori» di pacchetti".
Un modo eufemistico per dire che gli autori di questi "grossi affari" hanno compiuto reati molto gravi, che in Gran Bretagna possono portare a condanne per molti anni di carcere. Si chiama "insider trading" il reato e con questo reato la giustizia anglosassone, come quella americana, non scherza: da 8 a 15 anni di galera, salvo aggravanti.
Giusto per ricordare la rilevanza dei profitti evidentemente illeciti, alla fine della scorsa settimana il Banco Popolare guadagnava il 21%, Ubi il 15%, la Popolare Emilia del 24% e Banca Popolare di Milano del 21%. E non sono titoli che possono avere di questi rialzi con poche azioni vendute e comprate, per ottenere di questi sbalzi sono serviti "milioni di pezzi" (azioni) dice la nostra fonte.
Ma l'impennata più clamorosa l'ha avuta, ripetiamo, la Banca Popolare Etruria e Lazio di cui è vicepresidente Pier Luigi Boschi, il padre del ministro per le Riforme Maria Elena Boschi: +66%. 
Ora, poniamo una domanda diretta alla signorina mInistro delle Riforme Maria Elena Boschi: lei, signor ministro, disse qualcosa a suo padre o ad amici di Matteo Renzi circa il provvedimento sulle popolari che era in gestazione? Cerchi di dire la verità, signorina, perchè questa faccenda è molto - molto - seria. 
max parisi

fonte http://www.ilnord.it/
QUALCUNO SAPEVA IN ANTICIPO CHE IL GOVERNO AVREBBE VARATO UN PROVVEDIMENTO SULLE BANCHE POPOLARI, ENORMI SPECULAZIONI