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venerdì 30 gennaio 2015

Il San Valentino di Vico del Gargano protettore degli agrumi

Sempre di san Valentino si tratta, si quello umbro che fu decapitato, per ordine del prefetto romano Placido Furio sotto le persecuzioni dell’imperatore Aurelio, correva l’anno 273 d.C. ed era il 14 di febbraio.Da quella data in poi, il santo umbro è diventato protettore di tutti gli innammorati.
Ma san Valentino non è solo patrono di Terni, ma di tante città qui in Italia, tra queste c’è un meraviglioso paesello sito in provincia di Foggia, Vico del Gargano, soprannominato anche il “paese dell’amore”, che fa parte del Parco Nazionale e della Comunità Montana del Gargano, oltre ad essere uno dei comuni de “I Borghi più belli d’Italia”.
A Vico del Gargano, conosciuto sin dall’antichità come il paese degli agrumi, prima del 1618, quando cioe’ le reliquie del Santo Patrono ivi giunsero, l’avente diritto a proteggere la piccola comunità era san Norberto, santo che venne introdotto dalla comunità slava, ma Norberto veniva festeggiato nel mese di giugno, per cui agli abitanti del paese non sembrava un santo adatto da invocare per proteggere gli agrumeti da vento, grandine e gelate invernali, cosi’ con questa motivazione, una delegazione di abitanti si recò a Roma per cercare un nuovo Santo Patrono.La leggenda racconta che fu lo stesso San Valentino a scegliere i vichesi perché il capo della delegazione, mentre camminava tra le catacombe romane, urtò contro un braccio che sporgeva da un loculo, e quel braccio apparteneva proprio al santo umbro, e fu cosi che le sue reliquie, il 14 febbraio, furono prelevate e portate nella cittadina garganica dove fu costruita una chiesa e un altare gremito di arance.
È da quel 14 febbraio di quasi 400 anni fa che ogni anno i vichesi rendono onore al loro Patrono con una festa che celebra le tradizioni del paese e tiene sempre vivo l’amore versa la propria terra.
Il giorno della festa degli innamorati si celebra la messa solenne e la statua del santo, in legno dorato sfila per le vie del paese addobbato con agrumi e alloro, ed è in questa occasione che, vengono benedette piante ed i frutti di aranci e limoni elementi caratterizzanti della festa.
I vicoli e le piazzette del suo centro storico si vestono a festa con addobbi di arance, limoni e foglie di alloro, per accogliere frotte di giovani in amore.
Una secolare tradizione racconta che mangiare le arance benedette dal patrono San Valentino e berne il succo, esaudisca tutti i desideri di gioia e felicità, come una miracolosa pozione d’amore.Uno scorcio tipico del centro storico porta il suggestivo nome di “Vicolo del bacio”, strettissima viuzza di solo 50 cm di larghezza e lunga 30 metriche garantisce dolci effusioni e facili contatti, resa ancora più affascinante dalle leggende che si narrano: qui erano soliti incontrarsi gli innamorati, lasciando lettere romantiche e scambiandosi promesse d’amore.
Tra gli eventi anche l’importante fiera annuale che raccoglie espositori provenienti da tutta Italia con i prodotti caratteristici, arricchita da stand dell’artigianato locale, sagre e manifestazioni legate alla tradizione culinaria. Il tutto insieme ad eventi spettacolari che variano ogni anno.
E raccontiamo ora dell’Arancia del Gargano IGP che ha una forma sferica ed una pezzatura non eccessivamente grande. Il sapore è dolce ed il profumo caratteristico. Fattori distintivi del prodotto sono l’epoca di maturazione (fine aprile-maggio ed anche agosto) e la spiccata serbevolezza che permetteva a queste arance, in tempi passati, di sottoporsi a viaggi di 30 e anche 40 giorni ed arrivare integre in America.Fin dall’antichità la fama di quest’agrume aveva valicato i confini regionali ed fu menzionata nelle opere di diversi autori, tra i quali Gabriele d’Annunzio.
Sono conservati numerosi registri, fotografie, poster, locandine, a dimostrazione della fama a livello anche internazionale raggiunta da questi straordinari ed inconfondibili agrumi del Gargano. I primi riferimenti storici sull’esistenza della coltivazione degli agrumi sul territorio risalgono all’anno 1003, grazie a Melo, principe di Bari, che, volendo dare dimostrazione ai Normanni della ricchezza produttiva delle terre garganiche, spedì in Normandia i “pomi citrini” del Gargano, corrispondenti al melangolo (arancio amaro).
Nel Seicento si intensificò un notevole traffico di agrumi dei comuni di Vico del Gargano e di Rodi Garganico con Venezia. Questi intensi scambi commerciali continuarono anche nell’Ottocento, e la fama dell’Arancia del Gargano IGP raggiunse persino gli altri Stati europei e l’America.

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