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martedì 24 marzo 2015

IL REGNO DI DIO E' DENTRO DI VOI di LEV TOLSTOJ












Il regno di Dio è in voi (in russo: Царство Божие внутри вас, traslitterato: Tsarstvo Bozhiye vnutri vas) è un saggio di Lev Tolstoj, che mutua il titolo dal versetto 17, 21 del Vangelo secondo Luca.

L'autore iniziò quest'opera nel 1890 e la terminò nel maggio del 1893, lavorandovi duramente. Essa è divisa in dodici capitoli, ai quali Tolstoj intendeva aggiungere un epilogo, che però rinunciò a scrivere.

Confidò a Čertkòv:

«Mai nessuna opera mi è costata tanta fatica».


Vietata dal governo zarista per le sue critiche allo Stato e alla Chiesa, l'opera circolò ugualmente in Russia in maniera clandestina, e venne subito tradotta all'estero.

Fu edita in francese nel 1893 dalla Librerie academique Didier Perrin et C. - Paris.

Da tale testo fu condotta nel 1894 la traduzione in italiano dei Fratelli Bocca di Roma, ristampata nel 1988 grazie alla collaborazione delle case editrici M. Manca di Genova e Publiprint di Trento.


L'opera, che espone la dottrina della «non-resistenza al male per mezzo del male», ebbe una notevole influenza su Gandhi, che ne lesse una traduzione in inglese nel 1894.

Il Mahatma Gandhi scriverà:

« Quarant'anni fa, mentre attraversavo una grave crisi di scetticismo e dubbio, incappai nel libro di Tolstoj Il Regno di Dio è dentro di voi, e ne fui profondamente colpito.
A quel tempo credevo nella violenza.
La lettura del libro mi guarì dallo scetticismo e fece di me un fermo credente nell'ahimsā.»

Lev Tolstoj junior considerò Il regno di Dio è in voi e Della vita come le «opere religiose capitali» del padre.


Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Il_regno_di_Dio_%C3%A8_in_voi

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L’ANARCHISMO CRISTIANO di LEV TOLSTOJ TRATTO DALL'OPERA: “IL REGNO DI DIO E’ DENTRO DI VOI” 


SINTESI DEL TESTO:


CAPITOLO I

La dottrina della non resistenza al male In seguito alla pubblicazione dei suo saggio «In che consiste la mia fede», 1884, contro la guerra e la pena di morte, Tolstoj riceve, da ogni parte dei mondo, lettere e comunicazioni di  persone che condividono le sue idee. Riporta qui le più interessanti e cioè quelle de:  I Quaccheri americani. William Harrison e la sua società (1838). Adin Ballou (+ 1890) e il suo catechismo. Brani de “La rete della fede” opera inedita dei cecoslovacco KHELTCHITSKY (SM XV). DYMOND e il suo volume “On War” (Londra 1824) DANIEL MUSSER, americano, e il suo volume “Non-resistence assered” (1864).  Ancora viene citato l'articolo (censurato) di un giornalista russo sul rifiuto di alcuni contadini a  prestare servizio militare per motivi religiosi (1818).  Osservazioni Questo capitolo può considerarsi propedeutico. Tolstoj si limita a riportare il pensiero altrui. 9  soprattutto prezioso per una preistoria dei movimenti non-violenti.


CAPITOLO II

Opinioni dei credenti e dei liberi pensatori La pubblicazione del saggio In che consiste la mia fede ricevette anche numerose critiche ostili. (IL libro fu interdetto in Russia). Le critiche dei credenti possono raggrupparsi in cinque grandi categorie, in cui si afferma di  volta in volta:  1) La violenza non è in contraddizione con la dottrina di Cristo. 2) La violenza contro I malfattori è lecita. 3) La non-resistenza al male è obbligatoria solo per il singolo cristiano, se il male minaccia la  comunità la risposta violenta è lecita. 4) Il precetto della non-resistenza al male non ha un valore assoluto, in molte circostanze non  è applicabile. 5) Si evita di rispondere, il problema non si pone, si è sempre fatto così. Infatti neanche i coscritti vengono lasciati parlare. Tolstoj controbatte punto per punto tali critiche. Neanche i critici laici hanno accettato la tesi di Tolstoj: Cristo, riformatore della società - e tanto meno la non-resistenza al male. Per gli stranieri, poi, Tolstoj è un utopista, un disinformato. In conclusione, sia conservatori che  rivoluzionari gli sono contrari.  Osservazioni Anche questo è un capitolo propedeutico al messaggio centrale dei testo. il caso di osservare che l'ostracismo e il silenzio sul pensiero di Tolstoj si sono protratti fino ai  nostri giorni.


CAPITOLO III

Il cristianesimo mal compreso dal credenti La verità profonda della dottrina cristiana è nascosta ai credenti dalla chiesa, ai liberi pensatovi dalla scienza. Cristo ha insegnato un modello di perfezione Interna, che avrebbe  prodotto una perfezione esterna, un regno di pace e di gioia sulla terra. Si tratta di verità sperimentali, non c'è bisogno di miracoli per credervi.Le chiese cristiane non furono fondate da Cristo, sono un fenomeno storico, infatti si  combattono fra loro e ciascuna ;afferma di essere la sola a possedere la verità. Citazioni dal catechismi delle varie chiese. Discussione sul concetto di eresia. Gli eretici sono quei pochi che hanno compreso il Vangelo.  Le chiese, come istituzione, sono anticristiane. Bisogna  scegliere: o il sermone della Montagna o il simbolo di Nicea. La chiesa russa in particolare insegna al popolo un insieme di superstizioni: culto idolatrico delle immagini, pellegrinaggi,  ecc. Si fa credere alla gente che la salvezza provenga dai riti e dal sacramenti e non dall'osservanza della dottrina morale dei Cristo. Ma anche le altre chiese non sono migliori: si ipnotizzano gli adulti, si mente ai fanciulli.  Osservazioni Siamo alla pars destruens. La polemica contro le chiese è durissima, tanto che potrebbe  turbare qualche credente. Tolstoj appare certamente qui antistorico e di un radicalismo totale,  senza sfumature. Ma guardiamo alla sostanza. I difetti che egli rimprovera alle chiese sono reali, anche se non così estremi? Le critiche di Tolstoj possono aiutarci a prenderne coscienza e a correggerli? Questo, ci sembra, è li vero problema. Nel capitolo ottavo, poi, Tolstoj stesso approderà ad una visione più storicizzata della questione.


CAPITOLO IV

Il cristianesimo mal compreso dagli scienziati La religione non è qualcosa che appartiene al passato, come vogliono farci credere gli scienziati, ma è profezia. Essa indica nuove direzioni al progresso umano; il quale percorre tre  tappe: vita personale o animale, vita sociale o pagana, vita universale o divina. Cristo apre la terza fase della storia dell'umanità. Due malintesi da parte dei dotti nella comprensione della Sua dottrina. Costoro la credono inapplicabile perché la intendono come un serie di regole etiche fisse, mentre essa indica una via di perfezione che va all'infinito.  Analisi dei precetti evangelici. Il secondo equivoco è questo: gli apostoli della fratellanza positivista (socialisti, comunisti) credono che si possa estendere l'amore umano per la  famiglia, la tribù, la nazione, a tutta l'umanità, sbarazzandosi dell'amor di Dio. Questo è impossibile, occorre la coscienza di essere tutti figli di Dio per amare tutti gli uomini. Si è anche creduto il cristianesimo una dottrina mistica, volta al soprannaturale, ma inapplicabile sulla terra: altro errore.  Osservazioni La divisione della storia umana nelle tre fasi appare non perfettamente messa a fuoco o non  dei tutto chiara. Poco approfonditi soprattutto i caratteri che distinguono la prima dalla seconda fase. Molto forte invece, ci sembra, l'affermazione che Cristo rappresenta una nuova  tappa del cammino umano. Gli sviluppi attuali della nostra storia sembrano poi dar ragione a Tolstoj. La religiosità non è scomparsa, anzi oggi, specie fra i giovani, c'è una forte richiesta religiosa. La morale laica sociale ha incontrato dolorosi fallimenti nel suo tentativo di  instaurare l'amore universale fra gli uomini. H. BERGSON nel suo libro “Le due fonti della morale e della religione” ripete esattamente gli stessi concetti sulla differenza fra amore della famiglia e della patria e amore dell'umanità (pag. 199 e seguenti, ed. di Comunità); tanto che  sembrerebbe derivarli da Tolstoj, anche se non lo cita espressamente.


CAPITOLO V

Contraddizioni fra la nostra vita e la coscienza cristianaLa vera causa di tutti i malintesi sul cristianesimo sta nel credere che esso si possa accettare  senza cambiar vita. Viene ripreso il concetto delle tre epoche storiche. Ora siamo in un'epoca di transizione, mentre ci avviamo verso quella cristiana della fratellanza, le contraddizioni scoppiano terribili e rendono impossibile la nostra vita. Viviamo in maniera contraria alle nostre convinzioni e alla nostra coscienza. Sfruttiamo le masse operaie, pur credendo nell'uguaglianza; obbediamo a leggi dello Stato in cui non  abbiamo fiducia, prepariamo guerre spaventose contro altri popoli, che pur consideriamo fratelli ed amici. In Europa (Conte Komarovski, Frédéric Passy, il prete cattolico Defourny, E.T. Moneta, Vengono poi riportate una serie di allarmate considerazioni sulla corsa agli armamenti  Montesquieu). La coscienza di queste sconvolgenti contraddizioni ci porterebbe alla pazzia o al suicidio (e infatti i suicidi aumentano in Europa, specie fra i militari), ma l'uomo moderno evade abbruttendosi con ogni sorta di piaceri, alcool, tabacco, viaggi, spettacoli.  Osservazioni Alcune delle riflessioni, che Tolstoj andava facendo cento anni fa, vanno aggiornate, ma non perdono il loro valore. Oggi lo sfruttamento, la schiavitù di cui ci egli ci parla, pesa meno brutalmente sulle masse operaie e più sulle popolazioni dei terzo mondo. Con l'affievolirsi dei sentimento cristiano collettivo, la legge della fratellanza internazionale è sentita ora non solo o non tanto come legge cristiana, ma anche come legge laica, socialista, delle sinistre. Ma  l'operaio che si prepara ad uccidere l'altro operaio, russo o americano che sia, non subisce forse la stessa contraddizione dei cristiano che si prepara ad uccidere l'altro cristiano? È impressionante inoltre come un secolo fa, prima cioè delle due guerre mondiali, scrittori e uomini di pensiero avvertissero lucidamente il baratro, in cui l'Europa stava precipitando.  Eppure non ci si poté sottrarre. Osserviamo infine che un alto numero di suicidi si verifica anche oggi in Italia fra i giovani che fanno il servizio militare.


CAPITOLO VI

Gli uomini della nostra società e la guerra Una legge d'inerzia ci fa continuare a fare ciò che la nostra coscienza giudica ormai cattivo. Gli intellettuali producono una cultura futile, priva di forza etica, si torna verso la barbarie. Tre diversi atteggiamenti degli uomini di pensiero verso la guerra:  1) La guerra è un fenomeno occasionale e si può evitarla con misure diplomatiche, esterne, senza cambiare la propria vita. 2) La guerra è un fenomeno atroce, ma inevitabile. 3) Essa è non solo inevitabile, ma necessaria, purificatrice, santa, voluta da Dio. Vengono poi riportati brani che illustrano i tre tipi di atteggiamento. Per il primo tipo: le risoluzioni del congresso universale della pace (Londra 1890) e le proposte di Maxime du Campi ai governi. Tolstoj critica ironicamente la vanità dei rimedi  proposti: il governo è una forza che viola la giustizia, non ascolterà certo i consigli dei congressi della pace. Secondo tipo: brani di Maupassant e Eduard Rod. Terzo tipo: il militare Moltke e altri; Emile Zola, l'accademico M. de Vogué. Questi ultimi sono terribili nella loro aberrazione morale. Gli intellettuali si ingannano e ci ingannano, perché vogliono conservare i loro privilegi sociali.  Osservazioni Tolstoj avverte qui quella mancanza di guida da parte degli intellettuali (trahison des clercs)  di cui soffriamo ancora oggi. Ai tragici problemi dei nostro tempo gli uomini di cultura non sanno dare risposta. Inoltre troviamo in questo capitolo un primo attacco contro lo Stato, che sarà poi sviluppato nei  capitoli seguenti.Le risibili risoluzioni di un congresso della pace di cento anni fa non somigliano purtroppo,  almeno in parte, a quelle di certi odierni pacifisti?  C'è molto da riflettere e da imparare su questo punto.


CAPITOLO VII

Significato del servizio militare obbligatorio Origine del potere politico. Nato per difendere l'interesse generale dalle violenze dei singoli, ha finito per rappresentare solo gli interessi dei pochi, che tale potere possiedono. Sono gli immorali che se ne impadroniscono e lo usano a loro profitto. È sempre stato così e non può essere che così. Base del potere è la violenza, cioè l'esercito. L'esercito serve non tanto e non solo contro i nemici esterni, ma soprattutto per tener soggiogato il popolo. Col servizio militare universale i cittadini sono divenuti i loro propri tiranni. Basterebbe rifiutarlo per togliere ogni potere ai governi. I governi sono contrari al progresso, sia quelli assoluti che quelli apparentemente democratici: sono sempre oppressori. Abbiamo più danno che utilità ormai dell'esistenza degli Stati. Vantaggi e svantaggi di rifiutarsi al servizio militare.  Osservazioni Durissima anche la polemica contro lo Stato, dopo quella contro le chiese. Tolstoj viene considerato per questo uno dei padri fondatori dell'anarchismo non-violento. In realtà diceva  di se stesso: («Diari», 24 agosto 1906). Curiosa la sua spiegazione sull'uso, invalso anche in Italia a tutt'oggi, di far fare il servizio militare in regioni lontane dalla propria. Cfr. anche per questo capitolo LA BOÊTIE, “Discorso  sulla servitù volontaria”, (Francia, sec. XVI).   


CAPITOLO VIII

Accettazione Inevitabile della dottrina della non esistenza La corruzione del cristianesimo in realtà fu necessaria alla sua stessa diffusione, in quanto gli uomini non lo avrebbero accettato nella sua forma pura; solo oggi si afferma la necessità di assimilarlo nel suo vero significato; infatti, non avendo messo in pratica i principi cristiani, siamo ora nell'imminenza della rovina. Quattro mezzi di azione sugli uomini da parte dei governi per conservare il potere:  intimidazione, corruzione, ipnotizzazione, formazione ed uso dell'esercito. Oggi è impossibile rovesciare con la forza governi così ben organizzati; ma qualora vi si riuscisse si  instaurerebbe solo un'oppressione ancor più crudele. Si diffonde però tra gli uomini la presa di coscienza che la violenza statale, degli eserciti come dei tribunali, sia malvagia. Discorso di Guglielmo II di Germania ai coscritti (1892). È falso che armi più potenti metteranno fine alle guerre. Non si può costruire una nuova società con uomini così abbruttiti,  occorre riformare le coscienze.  Osservazioni Vengono ripresi e approfonditi qui temi già trattati, il capitolo risulta forse poco unitario, ma contiene straordinarie illuminazioni e profezie. Tolstoj cerca di dare una risposta, secondo noi persuasiva, ai dubbi su un presunto fallimento dei cristianesimo, che dopo tanti secoli non ha  ancora convertito gli uomini, né mantenuto la sua promessa di un regno di Dio sulla terra.Fra le intuizioni più notevoli segnaliamo quella che, dopo una rivoluzione, anche popolare,  l'oppressione diverrà più crudele; e l'altra, che armi più potenti non metteranno fine alle guerre (illusione in cui ci si culla ancor oggi). E ancora: l'ipnosi dei popolo per mezzo di  tabacco, alcool e spettacoli (e ancora non c'erano televisione ed eroina!). Interessante anche che Tolstoj vede già nell'istruzione obbligatoria uno strumento di controllo, più che di elevazione, delle masse (come molto più tardi Ivan Illich). Il concetto che la forza degli Stati moderni è tale che una ribellione popolare violenta è perdente e solo una lotta non-violenta è possibile sarà ripreso ai nostri giorni da Garaudy. È una condanna non solo etica, ma anche strettamente funzionale di tutte le azioni terroristiche. Infine Tolstoj, quarant'anni circa prima dei nazismo, avverte lucidamente il pericolo spaventoso insito nel militarismo e nel fanatico spirito di obbedienza germanico.


CAPITOLO IX

L'accettazione del concetto cristiano della vita La libertà non può essere accordata o tolta al cristiano, essa è sua proprietà inalienabile.  polemica contro rivoluzionari e riformatori sociali: la società potrà cambiare solo se ciascun individuo cambierà il proprio concetto di vita secondo i principi cristiani. 1 cristiani possono  distruggere dall'interno, senza lotta, tutti i principi su cui riposa lo Stato oppressore e anticristiano, basta rifiutarsi di obbedire alle autorità, al servizio militare, al pagar le tasse, a  prestar giura ' mento, ecc. Esempio di un giovane obiettore al servizio militare. Contro questo tipo di disobbedienza i governi sono pressoché impotenti. E tutto questo sta già cominciato.  Osservazioni Viene proposta in questo capitolo la disobbedienza civile, in maniera, ci sembra, più radicale  di quanto poi praticato da Gandhi. Almeno in parte, Tolstoj fu ispirato da Thoreau. Affiora anche qualche somiglianza con Stirner, altro padre dell'anarchismo. 



CAPITOLO X

Inutilità della violenza governativa. Progresso morale dell'umanità e opinione pubblica Il cristianesimo nel suo vero significato è inconciliabile con lo Stato, i suoi eserciti, i suoi crudeli tribunali penali. Ma è possibile fare a meno dello Stato nella forma che finora  conosciamo? E quando questo avverrà? Il vero cristiano già ora non ha bisogno dello Stato. Non i migliori, ma i peggiori si sono sempre impadroniti del potere. Ma esercitando il potere se ne comprende la vanità. Sarà l'opinione pubblica, cioè la forza morale di tutto un popolo, che tratterrà gli uomini dalla devianza.
La violenza governativa, coi suoi tribunali e i suoi castighi, non impedisce i delitti, anzi rallenta questo processo di cristianizzazione. Inoltre un popolo amante della libertà non sarà assoggettato da nemici esterni.
Vanità e corruzione dell'azione dei missionari. Poiché siamo ormai sull'orlo dell'abisso, dobbiamo avere il coraggio di affrontare l'ignoto di un nuovo ordinamento sociale.  Osservazioni Ritorna in questo capitolo la dura polemica contro lo Stato, in particolare sulla crudeltà e la violenza dell'apparato penale.
La riprovazione dei gruppo sociale per trattenere i singoli dalla devianza è una forza ancora tutta da studiare e valorizzare nella società moderna. Sulla libertà dei popoli dall’oppressione straniera, qui appena accennata, si veda: Tolstoj, “Lettera ad un Indù”, In anticipo come sempre sui tempi, Tolstoj bolla poi con poche appropriate  parole il colonialismo e l'azione missionaria che gli era di supporto.


CAPITOLO XI

Il concetto cristiano della vita  L'ordinamento sociale attuale, orribilmente violento e anticristiano, sembra solidamente stabilito, eppure cominciano ad apparire qua e là i primi segni della sua dissoluzione. L'opinione pubblica sta cambiando. Certe professioni (militari, giudici, poliziotti) sono meno ambite. I ricchi non osano godere della loro ricchezza. Governanti e giudici sono meno  convinti della loro autorità. Il nuovo ordine di cose non è un'utopia, l'umanità comincia ad incamminarvisi. Ma quando si stabilirà dunque questo regno di Dio sulla terra? Non lo sappiamo, ma dipende dagli uomini  stessi. Intanto perciò ciascuno cominci ad operare il bene.  Osservazioni Al cupo pessimismo dei primi capitoli sembra contrapporsi qui un ottimismo forse eccessivo (di cui abbiamo i primi accenni già nei due capitoli precedenti). Tolstoj sembra a questo punto dar poco peso alla profezia evangelica sulla grande tribolazione  che dovrà precedere l'instaurazione dei Regno di Dio sulla terra. Teniamo anche presente che, quando parla di opinione pubblica, intende la coscienza morale  collettiva, come ha già spiegato in precedenza.


CAPITOLO XII

Fate penitenza perché il Regno di Dio è prossimo Episodi di repressione delle rivendicazioni contadine in Russia. I privilegi della classe ricca sono mantenuti con l'intimidazione e la violenza; lo strumenti la polizia e l'esercito. Come si  addestra un soldato, cioè un nuovo strumento di violenza. Di nuovo contro il servizio militare e i tribunali penali. Dissimulazione delle responsabilità nelle violenze governative. Tre classi nella società: potenti inebriati della loro grandezza miseri abbruttiti dalla loro servilità più una classe intermedia contemporaneamente inebriata di potere e di servilità.  Viviamo in una specie di ipnosi collettiva, ma la coscienza si sveglia. Ipocrisia religiosa e ipocrisia scientifica: il religioso deve soltanto credere, senza cambiar vita;  il liberale, il socialista vuole soltanto cambiare le condizioni esterne di vita, senza cambiar le coscienze. Se aumentano i mezzi di comunicazione (telegrafo, stampa, ecc.) è solo per  propagare meglio le menzogne. L’ipocrisia in cui viviamo ci perverte più dei delitti, ci impedisce la redenzione. Unirsi nella verità per salvarsi. Si avvicina una catastrofe, ma noi  viviamo come in sogno. Basterebbe svegliarsi, vivere in armonia coi disegni divini, per trovarsi  salvi e felici. Discussione sul libero arbitrio umano. Citazione di un brano di Herzen. Viviamo in un casa che sta per crollare e non abbiamo il coraggio di uscirne e affrontare l'ignoto. Il nuovo assetto infatti è ancora tutto da organizzare. Ma il primo passo è smettere di mentire.
Poiché  dovremo morire e render conto dei nostro operato, rinunciamo al male, facciamo ciò che la Potenza, che ci ha creato, ci chiede (YASNAIA POLJANA, 14-26 maggio 1893).
Osservazioni Siamo al capitolo finale, conclusivo; il più lungo, che costituisce quasi da solo un piccolo trattato. Vi ritroviamo il pessimismo e l'indignazione dei primi capitoli. Vi sono posti o ripresi con somma chiarezza alcuni problemi fondamentali: la collaborazione delle classi oppresse coi loro stessi oppressori (nella polizia e nell'esercito), la responsabilità personale di governanti e funzionari, i ruoli sociali che spersonalizzano e disumanizzano, l'istinto inconscio del potere, gli errori dei liberali e dei socialisti. Molto interessanti alcune brevi osservazioni sulle giurie popolari e sui mezzi di comunicazione di massa.
Tolstoj vide nell'ipocrisia il male maggiore dei mondo moderno. Previde l'avvicinarsi della catastrofe. Allora non fu ascoltato.
Dopo solo 24 anni la Rivoluzione Russa spazzerà via quel  sistema sociale corrotto. Ma non siamo noi ora sull'orlo di un'altra, più terribile catastrofe a livello mondiale?
L'ipocrisia non soffoca anche oggi le nostre vite? Siamo all'ultimo girone dei nostro inferno, quello degli ipocriti?
Un po' patetica forse l'esortazione finale: «convertitevi perché dovete morire», che non esce  dagli schemi di una predica parrocchiale. Più convincente l'altra: smettete di mentire, è questa la più urgente medicina ai nostri mali.


Fonte: arcangeliedemoni.blogspot.com/

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