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lunedì 25 maggio 2015

Iraq. Mosca pronta ad armare Baghdad contro l’Isis

Lo Stato islamico avanza in Iraq e Baghdad non sembra essere in grado di opporsi militarmente mentre i raid americani si mostrano inefficaci. La Russia ora potrebbe scendere in campo rifornendo direttamente di armi l’Iraq in modo da mettere l’esercito nelle condizioni i combattere il Califfo.
Lo abbiamo già scritto nei giorni scorsi, sembra quasi che l’Iraq non sia in grado di opporsi alla guerra contro il Califfo e fino a questo momento gli Stati Uniti più che aiutare hanno finito solo per peggiorare la situazione, preoccupandosi più di non lasciare spazio all’Iran che di sconfiggere il Califfo sul campo. In questo senso la Russia ha deciso di aiutare l’Iraq e i due pesi hanno già aumentato negli ultimi mesi la cooperazione militare. Il presidente russo Vladimir Putin ha detto di essere pronto a rifornire l’Iraq di armi per combattere l’avanzata del Califfo nella regione, fatto questo ribadito anche dal ministro degli Esteri Lavrov, che lo ha confermato a margine dell’incontro tra Putin e il primo ministro iracheno Haidar al-Abadi. I due avranno parlato di molte questioni strategiche e sicuramente della guerra all’Isis, una guerra che finora l’Iraq sta perdendo. Mosca ha fatto sapere di essere pronta a rifornire Baghdad di armi moderne senza precondizioni, basandosi solo sulla constatazione che Siria, Iraq ed Egitto sono in prima linea nella guerra al terrorismo. In passato l’Iraq era stato un saldo alleato della Russia e negli ultimi due anni tra i due paesi è anche cresciuto molto il commercio bilaterale lasciando ben sperare per il futuro. In particolare Russia e Iraq starebbero implementando alcuni progetti in territorio iracheno ma finanziati dal denaro russo, poi Mosca continuerà la cooperazione con Baghdad in vari settori come quello civile, militare e tecnico. Del resto la questione militare è diventata particolarmente urgente dopo che le forze irachene hanno dovuto abbandonare Ramadi in fretta e furia lasciandola all’Isis. Almeno 8000 persone sarebbero fuggite mentre i miliziani del Califfo avrebbero già realizzato alcune esecuzioni di massa dopo aver conquistato la città. Visto che l’Isis è avanzato sia in Iraq che in Siria nonostante Baghdad abbia finora fatto tutto quello che Washington chiedeva, ecco che in molti hanno cominciato a domandarsi circa l’efficacia dei raid della coalizione a guida americana. In molti cominciano quasi a pensare che gli Usa, più che sconfiggere il Califfo, intendano impedire che sia l’aiuto di Iran e Russia a farlo. La tattica sul campo utilizzata dallo Stato Islamico per aprirsi la strada, in Iraq come in Siria, è quella dei suicidi di miliziani mediante autombomba. Nel caso di Ramadi l’Isis avrebbe usato oltre trenta kamikaze di conseguenza senza armi a larga gittata diventa quasi impossibile impedire attacchi suicidi di questo tipo. Con l’assistenza russa e iraniana però Baghdad potrebbe facilmente mettere su una controffensiva in grado di arrivare a Mosul.

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