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domenica 21 giugno 2015

L'antidemocratico euro raccontato dai protagonisti


Theo Weigel, ministro delle finanze tedesco, ha dichiarato PUBBLICAMENTE di aver voluto l’Euro in questo modo e senza salvaguardie per nessuno
Mario Monti intervista a piazza pulita.La Germania è un grande beneficiario dell’integrazione europea, hanno un grande mercato europeo a disposizione nel quale i singoli paesi non possono più svalutare. Io non voglio neanche citare questi scenari, ma se per esempio l’Italia dovesse uscire dall’euro e riacquistare libertà sul proprio tasso di cambio e la lira si svalutasse, sarebbe un grosso problema per le esportazioni tedesche
commento di Vincenzo Visco sui conti truccati affinché l’Italia entrasse nell’Euro….. “Un’Italia fuori dall’euro, visto il nostro apparato industriale, poteva fare paura a molti, incluse Francia e Germania che temevano le nostre esportazioni prezzate in lire. Ma Berlino ha consapevolmente gestito la globalizzazione: le serviva un euro deprezzato, così oggi è in surplus nei confronti di tutti i paesi.Era un disegno razionale, serviva l’Italia dentro la moneta unica proprio perché era debole. In cambio di questo vantaggio sull’export la Germania avrebbe dovuto pensare al bene della zona euro nel suo complesso…non mi pare lo abbia fatto”
Attali, ha anche lui partecipato, in quota Mitterand, alla costruzione di questa catastrofe annunciata,Non sense economico dotato però di un ben preciso senso politico: la rivincita del capitale sul lavoro, con la compressione dei salari e l’espansione della disuguaglianza, come ci indicano i dati e tanti studi scientifici
Lui che ha scritto il Trattato di Maastricht, ci dice che in effetti il metodo seguito non è stato democratico, ma che questo era essenziale per costringere gli elettori ad andare verso il famoso “più Europa”.
DER SPIEGEL (13/06/2012):
Con un’uscita dall’Euro e un taglio netto dei debiti la crisi interna italiana finirebbe di colpo. La nostra invece inizierebbe proprio allora. Una gran parte del settore bancario europeo si troverebbe a collassare immediatamente. Il debito pubblico tedesco aumenterebbe massicciamente perché si dovrebbe ricapitalizzare il settore bancario e investire ancora centinaia di miliardi per le perdite dovute al sistema dei pagamenti target 2 intraeuropei. E chi crede che non vi saranno allora dei rifiuti tra i paesi europei, non s’immagina neanche cosa possa accadere durante una crisi economica così profonda. Un’uscita dall’euro da parte dell’Italia danneggerebbe probabilmente molto più noi che non l’Italia stessa e questo indebolisce indubbiamente la posizione della Germania nelle trattative. Non riesco ad immaginarmi che in Germania a parte alcuni professori di economia statali e in pensione qualcuno possa avere un Interesse a un crollo dell’euro.
le parole dell’ex cancelliere tedesco Helmut Kohl , colui che si adoperò con tutte le sue forze affinché l’Italia entrasse nella prima tranche dell’euro. Egli,nel 1996 affermò: “un’Italia fuori dall’euro farebbe una concorrenza rovinosa all’industria tedesca. L’Italia deve quindi essere subito parte dell’euro, alle stesse condizioni degli altri partner”.
Il ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble in un’intervista afferma a chiare lettere che “la Germania trae vantaggio dalla moneta comune più di ogni altro paese”.
L’ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga ammetteva in un’intervista, poco prima della sua morte, che “l’organizzazione politica più antidemocratica che esiste oggi al mondo è l’Unione Europea. (…) se uno stato sovrano si fosse dato un’organizzazione istituzionale come quella dell’UE saremmo scesi tutti quanti in piazza. Armati.”
Jacques Attali(CONSIGLIERE DI MITTERRAND E UNO DEI PADRI FONDATORI DELL’EURO:
“Era evidente, e tutti coloro che hanno partecipato a questa storia lo sanno, quando abbiamo fatto l’euro, sapevamo che sarebbe scomparso entro 10 anni senza un federalismo buggettario. Vale a dire con eurobond, ma anche con una tassa europea, e il controllo del deficit. Noi lo sapevamo. Perché la storia lo dimostra. Perché non c’è nessuna zona monetaria che sopravviva senza un governo federale … Tutti sapevamo che questa crisi sarebbe arrivata.”
http://www.youtube.com/watch?v=OK169nietfk&feature=player_embedded
I paesi che desiderano esercitare una pressione verso il basso sui salari per ragioni interne (ndr.riferito alla Germania) non dovrebbero entrare in una unione monetaria se non vogliono o non riescono a convincere gli altri membri a fare la stessa cosa.
I dirigenti europei hanno torto nel credere che ci sarà un’uscita dalla crisi greca, spagnola, portoghese o una qualsiasi soluzione nazionale all’interno della UME. Se la Germania continua a stringere la cinta, e tutto lo fa credere, questi paesi e la Francia saranno costretti ad abbassare i loro salari in termini assoluti. Ne risulterà una deflazione e una depressione in tutta l’Europa che non potrà rinascere dalle sue ceneri fintanto che la sopravvalutazione delle monete non sarà corretta da una svalutazione.
Heiner Flassbeck.
Ex viceministro delle finanze tedesco e Direttore della divisione sulla globalizzazione e le strategie di sviluppo alla Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo a Ginevra.

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