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sabato 19 dicembre 2015

Magdi Cristiano Allam:"NON ESISTE L'ISLAM MODERATO".

NON ESISTE L'ISLAM MODERATO - La mia intervista a "La Prealpina" di Angelo Perna
«Esistono musulmani moderati, non esiste un Islam moderato. Non bisogna sovrapporre la religione alle persone». Questo è il principio cardine intorno al quale Magdi Cristiano Allam fa ruotare la sua campagna antiterroristica. Lo spiega nell’ultimo libro “Islam - Siamo in guerra”, che ha presentato ieri sera a Morazzone, e lo dettaglia alla Prealpina prima di recarsi alla serata di testimonianza voluta dal sindaco e segretario provinciale leghista Matteo Bianchi. Giornalista, politico, ex parlamentare europeo, la sua visione è quella di un islamico apostata che si è convertito al Cristianesimo e non si stanca di chiamare all’azione l’Italia. «Deve intervenire. Subito».
Magdi Cristiano Allam, lei dice: siamo in guerra, riferendosi al terrorismo inasprito negli ultimi anni e istituzionalizzato dall’Isis. È la terza guerra mondiale come dicono molti, compreso papa Francesco?
«Sicuramente è una guerra. “Siamo in guerra” è la frase testuale usata da Hollande la sera del 13 novembre. “Siamo in guerra” è stato ribadito dal segretario alla Difesa americana Carter il 10 dicembre. È fondamentale che anche Matteo Renzi acquisisca la consapevolezza che c’è una guerra in corso. Non siamo noi che dobbiamo dichiararla, ma dobbiamo reagire per salvaguardare il legittimo diritto alla vita degli italiani. Sicuramente è una terza guerra globalizzata: il terrorismo colpisce in varie parti del mondo».
Quindi, l’Italia deve schierarsi?
«Sì. Soprattutto deve intervenire subito in Libia, a 300 chilometri dalle nostre coste. Da quandoSarkozy ha avuto la sciagurata idea di scalzare Gheddafi la Libia è in mano a bande terroristiche islamiche. Dobbiamo intervenire con la coalizione arabo-europea-russa per ristabilire le condizioni di sicurezza. È da lì che negli ultimi tre anni sono arrivati più di 300mila clandestini».
Lei punta l’indice contro finanza speculativa, Eurocrazia, Stato-mafia e Chiesa relativista. Insomma, l’Occidente ha responsabilità?
«Ovvio. Nel 2011 in Libia e Anche in Siria è un delirio. Come possono gli Usa di Barak Hussein Obama dire di combattere l’Isis e al contempo fare la guerra ad Hassad? Sono succubi della Turchia di Erdogan: principale sponsor dell’Isis che dalle sue frontiere fa passare armi, petrolio e decine di migliaia di terroristi islamici».
C’è chi ricorda che anche noi abbiamo sulla coscienza molti civili morti: mentre i terroristi uccidevano 130 persone a Parigi la coalizione anti-Isis bombardava la Siria...
«Il terrorismo islamico non è di natura reattiva. Non ci uccidono per quello che facciamo, ma per ciò che siamo. La natura è aggressiva: lo riscontriamo nel grido “Allah è il più grande”. Il terrorismo nasce dove c’è un burattinaio che sfrutta povertà, ingiustizia e frustrazione».
Riconoscere tutti i morti è la motivazione che ha spinto alcuni studenti dell’Istituto Daverio di Varese a non partecipare al minuto di silenzio per le vittime del 13 novembre. Ne è scaturito un caso nazionale. Che ne pensa?
«Bisogna distinguere tra persone e religione. Le persone sono tutte pari nel diritto alla vita, alla dignità e alla libertà. Le religioni sono fisiologicamente diverse. Oggi c’è una minaccia concreta, dunque dobbiamo tutelarci e difenderci. Ma serve pure un bagaglio culturale congruo: dobbiamo affrancarci dalla malattia dell’autocolpevolizzazione e riscattare il nostro amor proprio. Siamo arrivati al punto di anteporre le rivendicazioni altrui alle nostre».
Al Parlamento europeo era nello stesso gruppo della Lega. È in linea con le posizioni leghiste? Come vede l’aumento dei consensi di Marine Le Pen in Francia?
«Non faccio parte di nessun partito. Sono un libero pensatore. Però conosco bene Matteo Salvini e ho conosciuto bene Marine Le Pen: condivido con loro la necessità di riscattare la sovranità monetaria e legislativa. Dobbiamo difendere le nostre identità. Auspico un fronte più ampio possibile di italiani che convergano su queste idee e prospettive contro l’euro e questa Ue».
Sta facendo serate per l’Italia con il suo libro e dà una lettura estremamente critica dell’Islam. Perché - come scrive - la fede nel Corano non prevede moderazione?
«C’è un solo Islam perché c’è un solo Corano e c’è un solo Maometto. Erdogan dice che ritiene un’offesa sentire di Islam moderato. I musulmani possono essere moderati. Io stesso lo sono stato per cinquantasei anni. Ma si può esserlo soltanto quando si antepongono cuore e ragione ad Allah e Maometto. Comunque, ciò che ci interessa è che qui i musulmani rispettino senza eccezioni le nostre leggi e le nostre regole di civiltà. E condividano la sacralità della vita, la parità tra uomo e donna e la libertà di scelta.»
Cosa l’ha spinta alla conversione?
«Ho immaginato un Islam moderato e perseguito questo sogno fino a quando sono stato condannato a morte. In quel momento ho compreso che le persone possono essere moderate, non l’Islam. E c’è stata l’abiura. Mentre la conversione è frutto del percorso fatto con testimoni di fede cristiana e dell’incontro con papa Benedetto XVI».
Dunque, su di lei incombe sempre la fatwa?
«I servizi segreti italiani mi hanno detto nel 2003 che ero stato condannato a morte. E quella non decade».
Angelo Perna
fonte https://www.facebook.com/MagdiCristianoAllam/posts/993865537338035:0

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