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lunedì 28 marzo 2016

Avaaz e la petizione deviata - Veri scopi della ONG più infida al mondo

Dare sapore all'assenza - Performance di Fulgor Silvi


Avaaz: cosa e chi si cela dietro questa cortina di fumo e questa "petizionite" acuta.

Su Avaaz avevo già sentito, ma non ricordo la data della messa in onda, da Radio Popolare, trasmissione "Alaska" le voci che corrono sul suo essere una organizzazione che, approfittando della buona fede dei militanti ecopacifisti occidentali ed asiatici, con la scusa di dover inoltrare petizioni sui temi più vari, in realtà schederebbe e invierebbe i dati alla Cia e organismi di intelligence simili ai fini di una schedatura di massa dei militanti stessi.

Già una buona pratica sarebbe quella di essere critici e diffidenti verso le petizioni in genere, forma di non lotta anzi di delega sic et simpliciter di qualsiasi lotta ad una firmetta che non costa nulla e ci salva la coscienza, coscienza ipocrita, ben nascosta e poco incline all'impegno diretto, in prima persona.

Già questo, solamente questo, sarebbe abbastanza per diffidare e tenersi alla larga da organizzazioni come Avaaz che , di fatto, sono raccoglitrici di una mole di informazioni enorme dato il suo agiresu scala planetaria e sui temi più vari: dalla scomparsa delle api alla questione climatica, dalla crisi mediorientale alla deforestazione dell'Amazzonia.
Ed invece Avaaz non è solamente questo, c'è ben di peggio, molto peggio.

Ricevo da Dominique Guillet, sono iscritto alla newsletter dell'associazione Kokopelli , passata agli onori della cronaca per esser stata condannata dalla Corte di giustizia europea sulla questione, vedi  su "A" di novembre il mio "I semi della discordia" sulla faccenda , cruciale, del divieto o meno di commercializzare sementi non inscritte nel catalogo ufficiale, bene, Kokopelli ha diffidato Avaaz dal raccogliere firme, le ennesime, anche in merito a questo.

Primo perché queste petizioni non chiedevano nè dicevano né il vero né il giusto causando, a detta di Kokopelli stessa, disorientamento e smarrimento tra socie simpatizzanti, inoltre, Kokopelli è contraria a petizioni che, cito testualmente Dominique in un suo editoriale, "servono a grattarsi il posteriore" nell'originale,  più cruda è l' espressione.

Kokopelli ha però fatto di più, ha pubblicato una serie di dati un vero e proprio dossier con nomi, dati e date, connessioni tra dirigenti di Avaaz quali Tom Perriello, già deputato Usa al Congresso, consulente o dirigente presso organizzazioni come National Council of Churches of Christ,  Catholics United e tutta una pletora di organizzazioni religiose nordamericane. 

Si apprende che Tom Perriello nel maggio 2009 ha votato per il proseguimento della guerra in Afghanistan, c'è ancora Ricken Patel che è anche nella dirigenza della Rockefeller Foundation, della Bill Gates Foundation. Apprendiamo che Avaaz ha ricevuto centinaia di migliaia di dollari da George Soros, noto filantropo, si fa per dire.

Leggiamo anche, in questo dossier, dei bilanci milionari di Avaaz che annovera un centinaio di dipendenti in quel di San Francisco, ha potuto permettersi di pagare a Ricken Patel la bazzecola di 183.264 dollari all'anno, a Milena Berry e a suo marito la cifra di 245.182 dollari nel 2009 e di 294.000 dollari nel 2010.

Eppure, Avaaz chiede contributi ai suoi sostenitori, accampando scuse come attacchi informatici al suo sistema riesce a rastrellare agli ignari e poveri allocchi "petizionisti" altre centinaia di migliaia di dollari.

Ciò che preoccupa maggiormente di Avaaz e di associazioni e organismi simili come MoveOn  è la loro intrinsecità, la loro perversa essere diretta emanazione econnessione con banche, gruppi finanziari e politici che sono, proprio essi, la causa diretta di conflitti planetari, del disseto ambientale rovinoso in atto.

Avaaz ha ricevuto sostegno finanziario ed è stata fondata da imprenditori e finanzieri internazionali inseriti in tutti i posti chiave dell'economia e della politica, dall'Australiano David Madden allo stesso succitato Soros, si tratta di personaggi, istituzioni, fondazioni che interagendo tra loro, costituiscono l'ossatura del capitale internazionale. 

Ovvero, pur invitandovi a leggere l'intero dossier sul blog "Liberterre" possiamo concludere che Avaaz rappresenta il potere che "contesta se stesso" ovvero, con un termine caro al movimento del '77, "sussume" ogni possibile velleità rivoluzionaria, antiglobalizzatrice, diversa o in qualsivoglia modalità, alternativa al sistema vigente. 

Occorre svegliarsi, se i militanti No Tav, per dirne una, si fossero limitati a firmare petizioni, magari proprio tramite la famigerata Avaaz, si sarebbero ritrovati con due Tav e tutti schedati, consegnati mani e piedi a chi di dovere.

Liberiamoci dalla petizionite, riprendiamo le nostre e comuni lotte sul territorio e pensiamoci tre volte prima di fornire i nostri dati a chicchessia ed in nome di chissà chi.

Teodoro Margarita 
fonte http://retedellereti.blogspot.it/2012/11/avaaz-e-la-petizione-deviata-veri-scopi.html

1 commento:

  1. infatti la TAV c'è e tra poco ce ne saranno due... pensare tre volte a fornire cosa? Ma chi scrive lo sa che ogni individuo che è iscritto a Facebook e Google e Twitter e linkedin e chi ha un numero di cellulare con qualsiasi gestore e anche chi nasce persino a Topolinia o Paperopoli è già schedato e i suoi dati sono già in mano a chi sa che uso farne? Ma per favore... nessuna lotta fino ad ora ci ha liberato da questi alieni che comandano il mondo...

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