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sabato 4 marzo 2017

Giusto una rinfrescatina alla memoria collettiva (mi sa che molti devono comprarne una esterna oramai, sempre che comunque abbiano un processore degno, diversamente è spesa inutile).



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di Stefano Davidson
Giusto una rinfrescatina alla memoria collettiva (mi sa che molti devono comprarne una esterna oramai, sempre che comunque abbiano un processore degno, diversamente è spesa inutile).
Verbale della dichiarazione del 3 marzo 2016, il collaboratore di giustizia, Francesco Di Carlo, resa nell'ambito del processo allo scrittore e giornalista siciliano Alfio Caruso.
"Il vecchio Bernardo Mattarella, padre del capo dello Stato, mi fu presentato come uomo d’onore di Castellammare del Golfo. Me lo presentò tra il ’63 e il ’64 il DC Calogero Volpe (mafioso?*) , affiliato alla famiglia di Caltanissetta, che aveva uno studio a Palermo. Insieme a Volpe, DC, ebbi occasione di andare a casa di Mattarella . In quei primi anni Sessanta, nei paesi in Cosa nostra entravano le persone migliori. Così era capitato anche a Bernardo Mattarella, che era un giovane avvocato perbene. Ciò era avvenuto anche nell'ambito della famiglia della moglie Buccellato, che aveva al suo interno sia esponenti di Cosa Nostra, sia esponenti delle Istituzioni, perfino un magistrato”.
* Volpe mafioso? Lo scrittore Pantaleone, fu assolto dall'accusa di calunnia nei confronti del Volpe e in tale sentenza si dice come sia legittimo usare per Volpe l'attributo di mafioso.
Ricordiamo inoltre che lo storico siciliano Giuseppe Casarrubea, che in anni recenti si è occupato di ricostruire le trame mafiose, massoniche e fasciste che portarono alla strage di contadini di Portella della Ginestra, nel 1947, ha scritto che Bernardo Mattarella era ritenuto vicino al boss di Alcamo, in provincia di Trapani, Vincenzo Rimi, considerato in quegli anni al vertice di Cosa nostra.
Sulla vicenda di Portella è bene rammentare anche le accuse di Gaspare Pisciotta a diversi politicanti, tra cui i DC Bernardo Mattarella e Mario Scelba, di aver avuto incontri con Salvatore Giuliano per pianificare la strage, da cui il fatidico caffè avvelenato offerto al Pisciotta all'Ucciardone di Palermo. E si sa che su quella strage mai si è arrivati al livello dei mandanti nelle istituzioni.
Si spera che,una volta delegittimato questi Governonzi, si possa riscrivere presto un intero pezzo di storia della Prima repubblica, mettendo finalmente a nudo quell'inquietante nero intreccio fra politica-mafia-massoneria che partendo da Bernardo pare avere dato origine alla potenza politica dei Mattarella in Sicilia che ovviamente è stata il propulsore per arrivare a capo dello Stato.
Falcone ci arrivò.
Tanti italiani ci sono arrivati.
Stefano Davidson

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